Malattie funginee Peronospora

Malattie funginee

Peronospora

Caratteristiche:
Con il nome peronospora si identificano diversi funghi parassiti di piante orticole, della vite, delle floricole ed ornamentali. Le condizioni ideali per l’attacco sono un clima caldo umido con piogge e temperature comprese tra i 10 ed i 20 gradi.
Sintomi:
Macchie fogliari di vario colore accompagnate, nella pagina inferiore, da muffa biancastra. In seguito le foglie si arricciano, disseccano e quindi cadono. Sulla vite queste macchie sono traslucide (“macchie d’olio”) e sono attaccati anche i mazzetti fiorali che vengono seccati ed i grappoli già sviluppati, con marcescenza e disseccamento degli acini in maturazione. Su patata e pomodoro le macchie fogliari sono brune: per il pomodoro si notano anche gli stessi sintomi sul fusto e la marcescenza dei frutti. Sulla rosa le macchie sono bruno-rossastre: in caso di attacchi precoci, la fioritura è molto ridotta.
Difesa:
Anche in questo caso è consigliabile prevenire gli attacchi, intervenendo a partire dal momento in cui le condizioni climatiche sono più favorevoli allo sviluppo degli attacchi: trattare con prodotti a base di rame, ripetendo a cadenza gli interventi.

Raccolte storming

La guida Verde

La Guida Verde Cifo, la prima e la più conosciuta da tutti gli appassionati, fornisce i suggerimenti più utili e i consigli più preziosi per coltivare piante e fiori d'appartamento, terrazzo, giardino. Indispensabile sia per il principiante sia per l'esperto, è una vera e propria enciclopedia botanica in formato tascabile: ogni pianta è trattata in modo esauriente, con rigore scientifico ma con linguaggio semplice e di facile lettura per tutti. Per ognuna di esse sono indicate le caratteristiche di coltivazione, i periodi di fioritura, quando e come annaffiarla, quali prodotti usare.

 
 
 
 
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Piantare un albero

PIANTARE UN ALBERO

La scelta della pianta:

da http://www.zr-giardinaggio.it/piantare-albero.htm

Molti amanti del giardino si accorgono troppo tardi, quando le piante sono alte, di aver scelto il tipo di pianta sbagliata per le loro necessità. Ma come scegliere? Innanzitutto la legge ci dice che non possiamo piantare alberi a meno di 3 metri dal confine con il nostro vicino, questa è una norma che andrebbe sempre e comunque seguita, per quanto invece riguarda la specie ci sono poche semplici regole da seguire. Se la pianta ha lo scopo di portare un po' di fresco e di ombra ricordiamoci che le piante a foglia caduca, Attenti a scegliere una essenza adatta agli spazi dove la piantumerete!ossia che in autunno perdono le foglie, sono la scelta migliore. Esse infatti in estate ci proteggono dai raggi del sole, mentre in inverno lasciano che il sole scaldi le pareti della nostra casa. Nella scelta della specie fate attenzione a dove intendete posizionare l'albero. Se l'albero è vicino alla casa, fate in modo che sia una pianta a crescita lenta e che non raggiunga dimensioni tali da permettere alle foglie secche di intasare le grondaie. Se invece avete un grande giardino e intendete piantare qualche conifera ricordatevi che molte specie rilasciano sostanze diserbanti al di sotto della chioma, e vi sarà molto difficile far crescere il prato, ad esempio, sotto un bel cedro del libano. Non ultimo informatevi sul tipo di radici che la vostra pianta produrrà. Radici superficiali e lunghe possono essere d'intralcio e sollevare vialetti o asfalti, occhio quindi al posizionamento. Se infine volete piantare un albero da frutta tenete presente che se i frutti non vengono raccolti con costanza vi ritroverete con una bella poltiglia alla base dell'albero, con grande felicità per tutti gli insetti e gli uccelli del quartiere.

Come piantare:

Se non siete sicuri del fai da te, vi consiglio di affidarvi ad una azienda specializzata, ma per quelli di voi che vogliono sempre fare le cose da soli, ecco qualche consiglio. Il buco deve essere molto profondo. almeno 20 o 30 cm più profondo della pianta che andrete a interrare. Questo è tanto Le conifere spesso effettuano un'azione diserbante a volte non gradita nei giardini domestici.più importante se il vostro suolo è particolarmente argilloso. Questa profondità ci servirà a stendere uno strato drenante di pietrisco o ghiaia che permetterà un'immediato recupero delle radici della pianta che solitamente viene fornita in zolla semicircolare. Anche il diametro del buco sarà un po' più grande del pane radicale del vostro albero. Lo spazio rimanente verrà riempito con terriccio di buona qualità e compresso adeguatamente. Per un buon attecchimento inoltre sarà utile creare una struttura di supporto in legno per l'albero, che sicuramente avete acquistato con una quantità di radici insufficienti a garantirne l'ancoraggio. Vi sono diversi stili costruttivi ma a chi è alle prime armi io consiglio l'applicazione di un semplice tutore inclinato, legato con nastro di gomma o corda al tronco della pianta. Questa operazione è di grande aiuto alla pianta, che si sente solida e ben ancorata e cominci a subito a produrre radici.

Prime cure e manutenzione:

Dopo la posa e la costruzione del tutore, innaffiare abbondantemente tutta l'area circostante l'albero. Se siete sicuri della qualità del vostro fondo drenante, ripetete l'operazione ogni 5 giorni, lasciando il terreno fradicio come dopo una pioggia abbondante. Evitate di effettuare potature dopo la piantumazione. soprattutto non rimuovete assolutamente la "fiamma" apicale, ossia quell'insieme di Utilizzate i tutori per i primi anni in modo che la vostra pianta radichi bene e senza sforzo.germogli e rametti molto vigorosi che trovate in cima all'albero. Controllate l'eventuale presenza di parassiti e provvedete a rimuoverli manualmente senza usare prodotti chimici. Dopo qualche settimana calpestate bene l'area circostante all'albero per stabilizzarlo definitivamente. Se tutto va bene dopo due stagioni potrete rimuovere il tutore in legno perchè la pianta sarà stabile.
 

POTATURA

POTATURA

i modi migliori per potare le tue pianteLa potatura comprende numerose operazioni che vengono eseguite direttamente sullo scheletro o sulla chioma delle piante arboree per regolare la loro naturale capacità vegetativa e produttiva e conseguire il massimo rendimento economico.
Per le piante da frutto la potatura è più impegnativa e complessa che per quelle ornamentali o da legno; essa tende infatti a raggiungere i seguenti obiettivi:
accelerare lo sviluppo dei giovani alberi in modo da raggiungere, entro il più breve tempo possibile, il completamento della struttura scheletrica e il superamento della fase improduttiva;
regolare l'equilibrio tra attività vegetativa e produttiva degli alberi adulti, in modo da rendere costante la fruttificazione, migliorare la qualità del prodotto e massimizzare la resa;
consentire una più agevole ed economica esecuzione degli interventi colturali.
Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile che gli alberi si trovino in condizioni fisiologiche tali da reagire tempestivamente e adeguatamente ai vari interventi di potatura; non meno importanti di questa sono perciò lecondizioni ambientali favorevoli, la predisposizione genetica delle piante e i criteri di fcrtilizzazione seguiti

Principali operazioni di potatura

SCACCHIATURA: questa operazione consiste nell'asportare completamente i getti che derivano dallo sviluppo di gemme a legno situate in posizioni non udii all'economia generale della potatura. Essa viene generalmente applicata alle piante in allevamento.
CIMATURA: questo intervento di potaturaverde consiste Dell'asportare l'apice dei germogli. L'operazione è molto delicata, avendo per oggetto organi in via di accrescimento e quindi fisiologicamente molto reattivi.
Le conseguenze della cimatura sono diverse a seconda del momento in cui viene eseguita: la cimatura praticata precocemente su germogli vigorosi, quando il loro sviluppo è più intenso, provoca un arresto temporaneo della vegetazione, sopprime la dominanza apicale e induce lo sviluppo dei rami anticipati.
Nei vigneti la cimatura viene spesso praticata per limitare lo sviluppo dei tralci che, accrescendosi eccessivamente, possono, con il loro portamento scandente, invadere gli interfilari e intralciare la periodici esecuzione delle operazioni colturali.
Nel caso poi della raccolta meccanica la cimatura dei germogli uviferi è utile per agevolare e migliorare !a qualità del lavoro delle vendemmiatrìci.Questo tipo di intervento deve essere però eseguito tardivamente, quando cioè non da più luogo alla formazione di germogli anticipati e quando la eliminazione delle foglie non pregiudica più la nutrizione dei grappoli o la costituzione delle riserve.
DECORTICAZIONE ANULARE : questa operazione consiste nell'asportare dal tronco, dalle branche o dai rami molto vigorosi un anello di corteccia alto qualche millimetro, allo scopo di arrestare il deflusso della linfa elaborata che cosi rimane a disposizione delle gemme, dei fiori e dei frutti presenti al di sopra del punto decorticato.
La decorticazione anulare sì esegue quanto prima possibile a partire dal momento in cui le branche o il fusto sono «in succhio», cioè da quando il cambio entra in attività.
La decorticazione anulare può essere vantaggiosa per le piante molto vigorose in cui si vuole favorire la differenziazione a fiore delle gemme, l'allegagione dei fiori e l'ingrossamento dei frutti. Occorre tuttavia non abusare di questa operazione per evitare un rapido esaurimento delle branche trattate e danni indiretti all'intero albera.
La decorticazione anulare è anche occasionalmente applicata per sfruttare al massimo branche destinate a essere successivamente asportate in quanto male posizionate o soprannumerarie.
Per rendere meno drastici gli effetti negativi di questa operazione si può ricorrere alla incisione anulare che consente una più rapida ricostituzione del sistema conduttore iloematicn.
INCISIONI LONGITUDINALI : questo intervento consiste nell'eseguire lunghi tagli longitudinali nella corteccia del fusto e delle branche allo scopo di ridurre la tensione dei tessuti che consegue all'accrescimento diametrale di tali organi, favorendo cosi il loro sviluppo.
In realtà l'intervento, anche se provoca spesso un'immediata contrazione della corteccia lungo le incisioni, non determina poi alcun sostanziale aumento in spessore degli organi trattati, per cui non corrisponde alle aspettative che ne giustificherebbero l'esecuzione.
DIRADAMENTO DEI FRUTTI: questa operazione viene eseguita quando, specialmente in certe annate, la càscola fisiologica non è di per sé sufficiente ad assicurare il raggiungimento di un'adeguata pezzatura dei Frutti e, al tempo stesso, una regalare produzione nell'anno successivo. Quando infatti la fruttificazione è in eccesso, l'accrescimento dei rami e la loro slessa lignificazione risultano Compromessi, così come ridotta è la differenziazione a fiore delle gemme. Il diradamento costituisce una pratica abituale per il pesco e i susini cino-giàpponesi, abbastanza frequente per l'albicocco, il melo e il mandarino.
L'intervento deve essere tempestivo: se esso e eseguito troppo precocemenle risulta molto efficace ma anche più laborioso e più rischioso, non potendosi ancora valutare, con sufficiente approssimazione, ['entità della càscola naturale; se è eseguito troppo (ardì può portare a una minore produzione e a una pezzatura dei frutti non soddisfacente Per quanto riguarda l'intensità del diradamento, si deve, in sostanza, valutare preventivamente il potenziale produttivo della pianta e rapportare a questo il numero dei frutti da mantenere sull'albero.
In pratica non esiste un parametro oggettivamente valido per le varie ed eterogenee condizioni biologiche e colturali nelle quali si deve operare. Il criterio dì riferire il numero dei frutti che, dopo il diradamento, devono rimanere su una branca al numero delle foglie o alla reciproca di-stanza lungo i rami presenta molti punti di indeterminatezza che potrebbero essere meglio corretti se l'operazione potesse venire eseguita in più riprese.
Circa la scelta dei frutti da asportare, nelle drupacee si sopprìmono, in primo luogo, quelli eventualmente inseriti a coppia sugli stessi nodi passando poi a operare lungo i rami; nel melo si tende a lasciare un solo frutto per ciascuna lamburda.
II diradamento è un intervento molto selettivo e deve essere quindi eseguito preferibilmente a mano; tuttavia esso richiede una notevole quantità dì lavoro (per il pesco da 100 a 200 ore/ettaro) ed è quindi economicamente molto oneroso. Questo fatto ha stimolato la ricerca di soluzioni alternative quali il diradamento chimico e quello meccanico.
SFOGLIATURA: questo intervento consiste nell'asporlare parte delle foglie per favorire l'insolazione e l'arieggiamento dei frutti prossimi alla maturazione; quando è applicata nel vigneto è detta anche spampinaturti.
In generale la sfogliatura eseguita in epoca appropriata migliora l'aspetto del prodotto; se invece e eseguita troppo precocemente è dannosa per la fruttificazione in atto e per la differenziazione a fiore delle gemme.
Nel caso della vendemmia meccanica, la sfogliatura può agevolare il distacco degli acini e ridurre le perdile.
TORSIONE: questo intervento consiste nel sottoporre i germogli eccessivamente vigorosi a flessione e a parziale rotazione sul loro asse per indebolirli .
INFRANGIMENTO: questa operazione consiste nell'incrinare un germoglio o un ramò lasciando attaccata e pendente la sua porzione distale . Si tratta, in definitiva, di una operazione meno drastica di un taglio di raccorciamento.
RACCORCIAMENTO E SOPPRESSIONE DEI RAMI: queste due operazioni vengono generalmente eseguite durante il periodo invernale. Esse consistono nell'asportazione della parte distale dei rami (raccorciamento) o nella totale asportazione di questi con un taglio alla base (soppressione), se il raccorciamento è limitato al solo tratto apicale dei rami viene detto spuntatura; se il taglio è praticato invece nel tratto prossi-
male. al di sopra, di 2-3 gemme, si parla allora di speronatura.
In rapporto all'intensità e alle modalità con cui vengono compiuti gli interventi cesorì la potatura si distingue in: ricca, quando comporta I' asportazione di uno scarso numero di gemme; povera, quando le gemme asportate sono numerose per cui sulle piante ne rimane una quantità limitata; lunga, quando i rami sono appena spuntati; caria, quando sono speronati; mista, quando, come generalmente avviene, gli interventi di spuntatura sono associati a interventi di spe-ronatura e di diradamento dei rami. In pratica, poi, la potatura può essere corta e povera, corta e ricca, lunga e povera, lunga e ricca .
Nelle piante acrotone (che tendono cioè a sviluppare la parte alta della chioma e quella finale dei rami), il raccorciamento sposta il gradiente vegetativo verso la base dei rami, facendo sviluppare anche quelle gemme che altrimenti rimarrebbero quiescenti. Nelle piante basitone, il raccorciamento accentua invece la naturale tendenza al prevalente sviluppo dei germogli basali.
Il raccorcia mento dei rami è più selettivo del diradamento, ma comporta tempi di lavoro relativamente più elevati.
Con il raccorciamento e con il diradamento dei rami si ottiene una riduzione dei «punti di accrescimento» (gemme a legno) complessivamente esistenti sulla pianta; nei due casi gli effetti sono diversi anche quando il numero delle gemme superstiti è uguale: nel caso del diradamento dei rami i germogli sono singolarmente meno sviluppati di quelli die si formano sui rami raccorciati ma lo sviluppo complessivo dei germogli emessi dai rami superstiti è maggiore.
Nelle piante deboli o senescenti il raecorcia-rnento drastico dei rami consente di ottenere un maggiore rigoglio vegetativo.
Nella potatura degli alberi adulti il raccorciamelo o il diradamento dei rami hanno fondamentalmente lo scopo di proporzionare il numero delle gemme a frutto (normalmente esuberanti) alla capacità produttiva delle piante.
Circa le modalità operative, l'esperienza acquisita con la potatura meccanica (che non può eseguire tagli netti e precisi), ha dimostrato la inconsistenza della raccomandazione di eseguire interventi cesori obliqui subito sopra l'inserzione di una gemma. Sui rami la cicatrizzazione dei tagli non presenta in genere problemi


GLI ERRORI PIU' COMUNI NELLA POTATURA DI ALBERI, ARBUSTI E PIANTE DA FRUTTO
UN ERRORE DI INTERPRETAZIONE
Dopo avere fatto potare in modo drastico un paio di tigli, un carpino e (orrore) un Cedrus atlantica, uno dei miei vicini, fiero, mi dice: "Ha visto che bel lavoro, dottore? Una bella tosata ci voleva proprio!" Cerco educatamente di spiegare che la "capitozzatura" non è il metodo migliore per risanare una pianta, ottenendo in cambio uno sguardo dubbioso.
Il mio vicino è in buona compagnia. L'Italia è il paese europeo (a giudicare dal paesaggio) dove si taglia e pota nella più totale disinvoltura. E il cattivo esempio è dato dagli enti pubblici. Un'indagine condotta su numerosi comuni della provincia di Brescia pochi anni orsono, aveva certificato come la quasi totalità dei lavori di giardinaggio appaltati fosse stata concessa a ditte prive di qualifica professionale. I risultati si vedono: ovunque capitozzature indiscriminate, e tagli a macchina distruttivi. Una capitozzatura infatti richiede mezz'ora, contro le due o tre ore richieste da un taglio ragionato. E una pianta potata "a sgamollo" (tipo palo della luce) diventa subito altissima, e consente di prendere appalti che chiedono piante di 3-4 m, con piante giovanissime. Quanti clienti sono disposti a pagare di più per un taglio più corretto? Alla fine tutti pensano che più si pota e migliore è il lavoro, senza capire che invece è l'esatto contrario. E' un errore di interpretazione grave, dovuto alla cattiva abitudine di interpellare chiunque su problemi di giardinaggio, dando a tutte le risposte lo stesso peso. Se si ha un braccio rotto, si chiama il medico. Ma se c'è da potare, spesso il parere dell'amico vale più di quello dell'agronomo.
COME OGNI PIANTA RISPONDE ALLA POTATURA
Ciò che viene sempre ignorato, è che le piante rispondono alla potatura con getti forti e vigorosi, ma innaturali e squilibrati. Perchè, mentre una leggera potatura "naturale" (dovuta a insetti, malattie, morsi di animali, urti, vento) fa parte delle abitudini di ogni pianta, la potatura forte induce invece il vegetale ad avere più getti. Perché se un ramo è stato mangiato o danneggiato, ne verranno prodotti due o tre per meglio rispondere all'offesa. Inoltre la pianta capitozzata, con lo stesso apparato radicale che reggeva l'intera chioma, nutrirà solo pochi getti nuovi. Che saranno perciò vigorosissimi, e diventeranno, con tutta probabilità alti e lunghi, ma probabilmente non fioriferi o fruttiferi. Quando si pota, poi, si altera la cosiddetta "dominanza apicale", cioè quel fenomeno che tiene in parziale dormienza le gemme più basse, a vantaggio di quella più in alto. Tagliando la gemma dominante, l'inibizione cessa, e tutte le gemme sottostanti ritornano in attività, creando talvolta orrori vegetali, come pini e abeti cornuti, "scopazzi" e simili. Ma non finisce qui. Il sole, infatti, attraverso la fotoinibizione delle auxine (i più importanti ormoni di crescita vegetali), regola lunghezza e robustezza dei getti, facendoli crescere verso la luce. Immaginiamo cosa può succedere dopo un taglio indiscriminato.
Quando si osserva il paesaggio verde umanizzato, viene tristezza. E si ha voglia di credere a Masanobu Fukuoka, agronomo giapponese "naturale", quando sostiene che la crescita delle piante da seme, senza alcun intervento umano, è perfetta. Infatti ha constatato la ripetizione di angoli di crescita ripetitivi, e di altri splendidi accorgimenti, che permettono la massima intercettazione della luce. Dove l'uomo mette mano, ecco rami intrecciati, succhioni, scope, rami filati: che costringono a rimettere mano. Perché allora si pota?
Perché per esempio le piante innestate (da frutta e ornamentali) sono state tutte già "violentate", e richiedono una regolazione umana. Perché si vuole contenere uno sviluppo eccessivo (potatura verde). Per favorire la fioritura o la fruttificazione. Per fare dei bonsai. Per favorire l'attecchimento di un trapianto, riducendo la traspirazione fogliare. Per fare riprendere vigore a piante vecchie e indebolite. Per regolare una siepe. Per ripulire da rami morti o irregolari. Per aggiustare gli squilibri derivanti da potature precedenti. Ci sono mille validi motivi per potare, sapendo come fare. Sempre però rispettando l'armonia e lo sviluppo della pianta. Mai, sicuramente, dando "una bella tosata".
ALBERI, CHE DISASTRO
Basta guardarsi in giro per mettersi le mani nei capelli. La maggior parte delle piante d'alto fusto non richiederebbe mai potatura per l'intera vita, se si eccettua qualche periodico intervento di pulizia dal secco. Eppure qua e là è tutto un potare, e sguardi di disprezzo vengono dispensati a chi si sottrae all'annuale obbligo "condominiale". Un buon progettista di giardini dovrebbe prestare molta attenzione all'occupazione futura di spazio di un albero. Si potrebbero così prevenire molti espianti e potature dovuti all'esuberanza del verde. Piante di alto fusto come i Cedrus (atlantica e deodara), pini e abeti, ippocastani, tigli, aceri, acacie, non possono essere piantati in giardini di 80 mq. Eppure c'è ancora chi li mette nelle fioriere. Dopo, ovviamente, è tutto un tagliare ed espiantare. Chi progetta deve prevedere i diametri di crescita finale delle chiome, e se non c'è spazio deve convincere il cliente a rinunciare a qualche pianta. Il buon progetto si vede negli anni, e non in trenta giorni.
Le conifere non si devono mai potare, se non per pulire il secco. Eppure in giro si osservano decine di Cedrus a cui è stata tagliata la punta. Il risultato è un bel mozzicone spoglio in alto, accompagnato da tanti bei mozziconi laterali. Un albero capitozzato richiede poi due o tre anni di lavoro per essere riportato alla normalità, perché i lunghi getti disordinati che emetterà, dovranno essere "indeboliti" più volte con tagli mirati sia di potatura verde che invernali. E con un potatore molto abile.
Come sempre è molto più facile distruggere che costruire. Come ci ricorda una scritta all'ingresso del "parco della preistoria" di Rivolta d'Adda: un albero può dare un milione di fiammiferi, ma un solo fiammifero può distruggere un milione di alberi.
PIANTE DA FRUTTA E ARBUSTI DA FIORE
In giardino però, dove la natura è più antropizzata, potare è necessario. Le piante da frutto devono infatti essere impostate, quando sono giovani, con la potatura di formazione. Che sfrutta proprio la caratteristica del rigetto multiplo nei punti di taglio, per formare dei palchi sovrapposti. La potatura di produzione è invece quella che consente di massimizzare la produzione di frutta sui rami. Ciò che non tutti sanno, è che nelle piante che fanno frutta sui rami più vecchi (ciliegio, melo, pero, ma anche pesco e albicocco) la potatura deve essere limitata, se non si vogliono perdere frutti. Sul ciliegio inoltre, che è molto sensibile alle gommosi, occorre veramente risparmiare la forbice. Sulle piante che al contrario producono su rami dell'anno (vite, kiwi) la potatura deve essere drastica.
Analogo principio vale per gli arbusti da fiore: ortensia, Forsythia, Azalea, Kerria, Weigela, Prunus, fanno fiori su rami vecchi o dell'anno precedente, e vanno perciò potati con attenzione. Mentre rose, Buddleia, Fuchsia devono essere potate basse in inverno, se si vogliono avere rigogliose fioriture. L'ortensia invece viene regolarmente potata in tutti i giardini, molto più di quanto le sarebbe necessario. Salvo poi lamentarsi perché ha fatto pochi fiori, e piccoli (tipici dei rami giovani). La Forsythia, che richiede un bel taglio subito dopo la fioritura di Febbraio-Marzo (che le consente lo sviluppo durante tutta la stagione dei nuovi rami destinati a fiorire l'anno successivo), viene invece spessissimo potata in inverno. Perdendo così il 90% della sua splendida fioritura. Non vanno toccati in inverno nemmeno rododendri e azalee, se non si vogliono sacrificare tutti i boccioli preparati nell'anno precedente. Una rosa non potata, invece, diventerà sempre più allungata, e porterà fiori su rami sempre più alti, fino ad indebolirsi e a fiorire meno. In pratica, deve potare solo chi sa come e quando fare.
Sulla rosa (e su altre piante a potatura invernale) c'è anche discussione sul taglio a Novembre o a Febbraio. Chi pota presto, avrà tagli perfettamente cicatrizzati. Chi pota tardi avrà invece la possibilità di scegliere i rami migliori dopo i geli invernali. Entrambe opinioni rispettabili, che rendono superata la divisione in due "partiti" assolutisti.
Infine le siepi. Se si vuole che il lauroceraso sia folto e verde, il taglio dovrà essere frequente e leggero, sia in alto che in "pancia". Possibilmente privilegiando nuove gemme dominanti rivolte verso l'interno della siepe. Così facendo la crescita sarà più ordinata e si renderanno necessari tagli di entità sempre minore. Quando si riduce invece l'altezza della siepe di un metro, è logico aspettarsi getti forti e vigorosi. Ma su una base di tronchetti spogli, in quanto coperti alla luce dalle fronde più esterne. Perciò occorre tagliare ancora, per aggiustare i danni procurati. A fine stagione, inoltre, si deve tagliare lasciando il tempo alla pianta di fare dei piccoli rigetti. In tal modo la siepe sarà più elegante, e non presenterà il legno nudo tipico dei tagli di Ottobre-Novembre. Poche regole ma da non trascurare.
UN PO' DI TECNICA NON GUASTA
Quand'anche il neofita impari a potare al momento giusto e nella misura corretta, può comunque commettere gravi errori. Per esempio errori di tecnica di taglio, che sono frequentissimi. Il taglio infatti deve essere: pulito, obliquo, e vicino a una gemma o a un nodo. Quanti tagli slabbrati, strappati, scortecciati, che mi capita invece di vedere in giro. E quanti orizzontali, che possono creare microristagni d'acqua con conseguenti infezioni fungine. I tagli lontani da gemme o nodi, poi, generano antiestetici mozziconi legnosi, che la pianta stessa deve in seguito escludere dal passaggio linfatico, e difendere da saprofiti e parassiti. Forbici affilate e un po' di attenzione rendono lunga la vita della pianta.
PARLARE SOTTOVOCE
Chi vede una pianta sofferente, non sempre ne cerca la causa. Più spesso invece impugna forbice e seghetto, riducendo l'arbusto (sia esso un Ficus benjamina o un rododendro) a un mozzicone. Ma è una pia illusione credere che il vigore donato dalla potatura possa salvare la pianta. Se non si risolve il problema, potrà solo peggiorare. Per molti, purtroppo, è più difficile fermarsi a pensare un minuto, che non afferrare il forbicione e fare piazza pulita.
Chi non conosce le caratteristiche di un albero è pieno di illogiche paure: cadrà, danneggerà la casa, si ammalerà, romperà il selciato, sfonderà le cantine, sporcherà con le foglie, intaserà le grondaie, toglierà la luce, attirerà topi, insetti e uccelli, darà fastidio all'automobile. E sarà pertanto indotto a tagliare il più possibile, causando di contro guasti e disordine. Per una volta, facciamo funzionare il cervello e "diamoci un taglio".
Mio padre Luigi Oreste, medico psicosomatico e ricercatore, usava dire "Se si vuole ottenere qualche risultato, alle cellule (e agli organismi viventi) bisogna parlare sottovoce". La prossima volta che impugneremo un paio di forbici, proviamo a ricordarcelo.
LA POTATURA DELLE PIANTE DA FRUTTO


CENNI DI FISIOLOGIA DELLE PIANTE DA FRUTTO

I tessuti vegetali e la loro funzione
Nutrizione, assorbimento e trasporto nei vasi
Gemme a legno e gemme a fiore
Formazione delle gemme e dei frutti
Impollinazione e fecondazione
Sviluppo e forma della pianta
La cicatrizzazione dei tessuti


CRITERI GENERALI DI POTATURA

Che cos'è la potatura: regolazione dell'equilibrio vegetativo e produttivo
Perchè potare: potatura di formazione, di produzione, di rinnovo, curativa, topiaria
Risposta delle piante al taglio. La dominanza apicale (ormonale)
Gemme a legno, a fiore e miste, latenti, pronte, avventizie
Rami di un anno, dardi, lamburde, brindilli, polloni, succhioni, femminelle...
Influenza tecniche agronomiche su vigore, pezzatura, forma
Metodologia corretta per il taglio sopragemma
Cicatrizzazione dei tessuti
Epoca corretta di potatura
Piante selvatiche e piante innestate


POTATURA DELLE SINGOLE SPECIE

Potatura di produzione di:
Melo
Pero
Albicocco
Susino
Ciliegio dolce
Pesco
Vite
Actinidia
Fico
Kako (Dyospiros kaki)
Agrumi
Nespolo del Giappone
Cenni su Noce, nocciolo, mandorlo, melograno, piccoli frutti, ulivo

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RAMI FRUTTIFERI DEI PIU' COMUNI ALBERI DA FRUTTO


MELO (Malus communis) e PERO (Pirus malus): Producono su lamburde e brindilli, che si formano su branche di 2 o più anni. Potatura solo per rinnovo e svecchiamento. Per il pero, necessitano raccorciamenti alle branche più alte.

ALBICOCCO (Prunus armeniaca): Produce sui dardi da adulto, e sui rami di un anno da giovane. Va perciò potato maggiormente da giovane, e molto meno da adulto (solo periodico rinnovamento dardi). Soffre eccessivi tagli.

PESCO (Prunus persica): Produce sui rami di un anno grossi frutti, perciò vuole una energica potatura per rinnovare i rami, e conferire loro vigore. Si asporta fino al 50%.

SUSINO (Prunus domestica): Due tipi: europeo (maturazione a fine estate) e giapponese (giugno-luglio). Producono entrambi su dardi e brindilli di 1-8 anni. Il primo è di bassa fertilità, e va perciò potato poco (solo diradato). Il giapponese invece (fertilissimo) va potato energicamente per equilibrare verde e frutta. Sopporta bene la potatura.

CILIEGIO (Prunus avium): Produce sui dardi, che si rinnovano spontaneamente per molti anni, fornendo un'attitudine produttiva costante nel tempo. Non deve mai essere potato, essendo oltretutto sensibile alla gommosi. Il ciliegio acido, o amareno, produce su dardi di 1-2 anni, e va perciò potato in modo moderato per rinnovarli periodicamente.

MANDORLO (Prunus amygdalus): Molte varietà, tutte incrociate. Tende a produrre ogni due anni. Va bilanciato. Togliere i succhioni ed accorciare i rami alti.

KAKI: (Dyospiros kaki): Fruttifica su rami dell'anno e su brindilli. Può perciò essere potato sia molto che poco. Va privilegiata la robustezza dei rami, per sorreggere il peso dei frutti.

FICO (Ficus carica): Vi sono varietà unifore e bifore, che fruttificano solo a Settembre, oppure a Giugno (fioroni) e a Settembre. I fioroni nascono da gemme apicali dell'anno precedente, mentre i settembrini provengono da rami dell'anno. Si può potare poco o molto (sacrificando i fioroni)

NESPOLO (Eriobotrya japonica): Va potato pochissimo (solo sfoltimento) perchè produce sugli apici dei rami.

AGRUMI (Citrus spp.): Producono su rami di due anni dopo la stasi invernale. Devono solo essere diradati perchè hanno attitudine a ramificare e ad affastellare i rami (mandarino, arancio e limone, in modo decrescente). Vanno ripuliti i succhioni.

VITE (Vitis vinifera): Produce sui tralci nati da gemme miste dell'anno precedente (tralcio = ramo dell'anno). Si preservano perciò poche gemme da tralci robusti e ben lignificati, predisponendo anche una o due gemme per i tralci di sostituzione. Dopo la raccolta si pota tutto, lasciando 4-5 gemme/mq. Va potata presto, perchè se tardiva provoca il pianto della vite alla ripresa vegetativa (non ha tempo di fare il callo).

KIWI (Actinidia chinensis): Produce sulle prime 3-4 gemme dei tralci dell'anno (simile alla vite). Si lasciano (dopo la potatura di formazione) 4-6 gemme, di cui le ultime produrranno tralci a frutto. Ogni 3-4 anni si rinnova tutto. E' pianta vigorosissima che deve essere potata molto, talvolta anche in stagione. Pianta dioica: il maschio va potato poco per ritardare di alcuni giorni la messa a fiore, in quanto di solito fiorisce prima della femmina.

MELOGRANO (Punica granatum): Ha forma naturale di cespuglio, e tende ad affastellare piccoli rami esili. Cresce lentamente. Si pota a vaso, togliendo polloni e rami bassi. E' bene scegliere pochi rami robusti.

ULIVO (Olea europaea): Produce sui rami di un anno. Vanno perciò raccorciati energicamente. Si taglia fino a lasciare una gemma robusta che sostenga il nuovo ramo. Se non c'è, meglio tagliare alla base. Va ripulito da succhioni e polloni. Si pota in inverno dopo il raccolto.

NOCE (Juglans regia): Tende ad innalzarsi molto. Non va potato, se non per fargli fare l'impalcatura. Fatica a cicatrizzare, perciò va tagliato poco.

NOCCIOLO (Corylus avellana): Pianta monoica arbustiva. Va pulito il ceppo periodicamente per ringiovanire la pianta. Vanno lasciati non più di 8-10 rami.

PICCOLI FRUTTI: Ribes rosso e nero, e uva spina (Ribes spp.) producono sui rami di un anno e su lamburde basse. Si potano perciò a poche gemme i rametti di prolungamento.
Lampone (Rubus idaeus) e mora di rovo (Rubus fruticosus) hanno invece ciclo biennale, che dà un anno rami a legno, e l'anno successivo gemme a fiore (sugli stessi rami). Devono perciò essere potati interamente dopo la fruttificazione, garantendo però un adeguato ricambio di rami nuovi. Il rovo, che fa rami lunghissimi, va potato pesantemente.

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Potatura


- Riequilibra sviluppo vegetativo e produttivo
- Spinge la pianta a fiorire fin dalla sua età giovanile
- Normalizza la produzione
- Migliora la ripartizione dei succhi nutritivi
- Imprime e conserva una forma determinata per:
- consentire una migliore esecuzione delle pratiche colturali
- liberare spazi o zone di passaggio
- offrire luce al prato
- ecc.
- Ringiovanisce la chioma di piante deperite
- Mantiene la forma "obbligata"

Ma può anche.....

- Provocare perdita della fioritura
- Ridurre o alterare la fruttificazione
- Aumentare il rischio di patologie fungine
- Favorire la formazione di "scopazzi"
- Danneggiare corteccia e fusto con scosciature, slabbrature ecc.
- Alterare per sempre la forma naturale della pianta


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Emissione di fiori e frutti su:

Rami di un anno

- Forsythia
- Magnolia
- Mahonia
- Camelia
- Gelsomino
- Ortensia
- Azalea
- Rododendro
- Philadelphus
- Weigelia
- Prunus e Malus da fiore
- Oleandro

@ Rami dell’anno

- Rosa
- Hibiscus
- Lagerstroemia
- Fuchsia
- Abelia
- Potentilla
- Spiraea arguta
- Buddleia
- Santolina
- Tamerice

Malattie delle piante

Di seguito troverete alcuni consigli per tenere lontani i parassiti più comuni con i nostri prodotti biologici. I dosaggi sono riferiti al prodotto in miscela con un litro di acqua.

afidi difesa biologica
AFIDI: 
Trattamento invernale: 2 cucchiaino/litro di PRIMO SAPONE PER PIANTE + 2 tappi di K-ORTICA da ripetere dopo 30 giorni.
Trattamento vegetativo:1 tappo o di K-ORTICA+ 2 cucchiaini di SAPONE PER PIANTE per 1 litro di acqua+ ; ripetere se necessario.
Trattamento vegetativo con presenza di melata: 2,5 cucchiai/litro di SAPONE PER PIANTE + 1/2 tappo di K-ORTICA; ripetere se necessario.    Top
 
aleurodidi difesa biologica  aleurodide lotta biologica
ALEURODIDI (Mosca bianca):
Trattamento sulla vegetazione: 2 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 1 tappo di K-ORTICA+ 1 tappo K-PINO.   Top
 
cocciniglia lotta biologica biogarden malattie piante
COCCINIGLIE:
Trattamento invernale: 2-3 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 2 tappi di K-PINO da ripetere dopo 15 giorni.
Trattamento vegetativo: 2 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 1 tappo di K-PINO. Ripetere se necessario   Top
 
 malattie piante lepidotteri difesa biologica curare le piante
LEPIDOTTERI:
Trattamento sulla vegetazione: 2 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 1 tappo di K-ORTICA.   Top
   
metcalfa lotta biologica curare le piante metcalfa difesa biologica biogarden ecoiatros
METCALFA:
Trattamento sulla vegetazione: 2-3 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 1 tappo di K-PINO.
Può inoltre essere utile un frequente lavaggio delle piante con acqua addizzionata di sali di potassio.   Top
 
oidio
OIDIO:
Ottimi risultati con 2 cucchiaini di SAPONE PER PIANTE con ZOLFO + 1 tappo K-EQUISETO per litro di acqua   Top
 
ragnetto malattie piante 
RAGNETTO ROSSO O GIALLO:
Trattamento invernale: 2 cucchiaini/litro di SAPONE per PIANTE + 1 tappo di K-ORTICA +1 tappo K-PINO da ripetere dopo 15 giorni.
Trattamento vegetativo: 2 cucchiaini/litro di SAPONE per PIANTE  + 1 tappo K-ORTICA.   Top
 
ruggine peronospora ticchiolatura
TICCHIOLATURA, RUGGINE e PERONOSPORA:
Trattamento invernale: trattare con SOLFATO DI RAME; ripetere dopo 30 giorni.
Trattamento vegetativo: 2 cucchiaino/litro di SAPONE per PIANTE con ZOLFO + 1 tappo di K-EQUISETO; 2° intervento dopo 30 giorni.   Top
Per il controllo di molti FUNGHI Oltre all'Equiseto in abbinamento con il Sapone per Piante, ricordiamo i trattamenti con Solfato di Rame + Calce, alla dose di 50 gr. di solfato di Rame+20 gr. di Calce in 10 litri di acqua.
   

DECORTICAZIONI o FERITE:
Pennellature sulla ferita con PASTA CICATRIZZANTE.   Top
MELATE (Imbrattamenti di insetti in genere):
Trattamento invernale: 5 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 2 tappi di K-PINO; 2° intervento dopo 30 giorni.
Trattamento sulla vegetazione: 2 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 1 tappo di K-PINO.   Top
PIANTE STRESSATE:
Trattamento radicale: somministrare 1 tappo di SPRINTER PLUS sciolto in 4 litri di acqua, intervenendo ogni 15 giorni.  
Trattamento fogliare: 1 tappo di K-EQUISETO diluito in 1 litro di acqua da spruzzare sulle foglie.
Per le varie colture potete inoltre scegliere nell'ampia gamma di concimi specifici (consulta catalogo)  Top
TENTREDINE:
Trattamento sulla vegetazione: 2 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 1 tappo di K-ORTICA.   Top
TRIPIDI:
Trattamento sulla vegetazione: 2 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 1 tappo di K-DIRECTINA.   Top
Minatrice serpentina degli agrumi:
Trattamento sulla vegetazione: 2 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE + 1 tappo di K-DIRECTINA.
BATTERIOSI:
Trattamento sulla vegetazione: 2 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE con BICARBONATO + 1 tappo di K-EQUISETO.
PERONOSPORA:
Trattamento sulla vegetazione: Solfato di Rame + Calce Idrata, alla dose di 50 gr. di solfato di Rame+20 gr. di Calce in 10 litri di acqua.
TICCHIOLATURA:
Trattamento sulla vegetazione: 2 cucchiaini/litro di SAPONE PER PIANTE con ZOLFO + 1 tappo di K-EQUISETO.

Banche dati Agricoltura

 Banche dati Agricoltura

 Segue un elenco delle principali banche dati in campo agricolo in cui vengono presentati i concetti che si utilizzano nella coltivazione agricola.
Sono particolarmente utili per agricoltori principianti e per hobbisti delle piante.

Banche dati
Fitogest
Il motore di ricerca degli agrofarmaci
Fertilgest
Il motore di ricerca dei fertilizzanti
Biolgest
Il motore di ricerca dei mezzi tecnici per l'agricoltura biologica
Macgest
Macchine agricole, con un click
Plantgest
Il motore di ricerca delle varietà frutticole
ListeVarietali
Liste varietali in frutticoltura
Lexgest
Il motore di ricerca sulla normativa
Fitorev
Il motore di ricerca sulla revisione europea

Riviste di Agicoltura

L'informatore Agrario informatoreagrario Il settimanale tecnico ed economico di agricoltura professionale. Da oltre 50  L'Informatore Agrario è il più autorevole e diffuso settimanale agricolo italiano.
Macchine Agricole Domani Il mensile indipendente di macchine agricole per gli appassionati di meccanica. Mad ti riporta gli andamenti di mercato, le opinioni dei protagonisti, i programmi dei costruttori. 
 Vita in Campagna Da più di 25 anni Vita in Campagna è l’amico “esperto” che ti offre, mese dopo mese, tutti i consigli e le indicazioni per la coltivazione e la cura del tuo spazio verde, piccolo o grande che sia. Vita in campagna  mensile
ORIGINE Prodotti dell'agricoltura & territorio -Bimestrale Origine - il sapore del territorio italiano - bimestrale
Agricoltura BiologicaAutori Vari - Edagricole Questa guida insegna ai coltivatori come svolgere la propria attività avvalendosi delle più aggiornate tecniche eco-compatibili (produzione integrata e agricoltura biologica, economica ed ecologica). Agricoltura Biologica
Olivo e olio giornale specializzato dedicata alla coltivazione dell’olivo e alla valorizzazione del prodotto olio
Vigne e Vini pubblicazione professionale degli operatori della filiera vitivinicola.
Rivista di Frutticoltura ed ortofloricoltura   Frutticoltura è il punto di riferimento per quanti - frutticoltori, tecnici, operatori commerciali, ricercatori - operano nel settore
Terra e vita Ogni settimana, uno zoom sulle problematiche reali degli agricoltori e sulle loro soluzioni: dall’applicazione pratica delle novità tecnologiche agli adempimenti burocratici, dalla produzione compatibile alle analisi di costi e redditività, dagli aggiornamenti normativi alle testimonianze dirette degli imprenditori agricoli
Edagricole "Edagricole - Sole 24 Ore", tutti i settori produttivi dell'agricoltura italiana
Bioagricoltura Mensile sull'agricoltura biologica edito dall' AIAB - Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica
    

Le avversità delle piante da frutto

Le avversità delle piante da frutto
Le Pomaceae
2)       Avversità  parassitarie delle pomacee  dovute a funghi
Uno dei problemi più frequenti sulle pomacee è il proliferare delle malattie fungine o crittogamiche, più comunemente chiamate “muffe”  a causa dell’aspetto delle loro fruttificazioni, che generalmente ricoprono la pianta attaccata.
Questi patogeni, se non combattuti tempestivamente, possono distruggere in breve tempo  i  fiori e i  frutti, quindi la produzione delle  piante; sono favorite da situazioni climatiche umide o piovose, ed affliggono  maggiormente le pomaceae con carenze nutrizionali.
Le manifestazioni sono  a carico della pianta e normalmente i  vari gruppi di  patogeni  prediligono solo alcuni organi e quindi la localizzazione ci permette di diagnosticarli.
I sintomi a carico degli organi colpiti  sono vari: possono essere  muffe, marciumi, cancri gommosi, bucherellature, seccumi, nella tabella seguente sono riportati i sintomi e le cause: 
Sintomo sulla pianta e sui frutti
Gruppo patologico dei funghi
Sui fusti e sui rami compaiono aree depresse rosso-violacee, che in seguito disseccano con spacco della corteccia.
Seccume dei fusti, Cancro dei rami e Fessurazioni
Le giovani piante presentano imbrunimenti e marcescenze  a livello del colletto. La pianta dapprima ingiallisce, poi si secca  rapidamente.
Marciume basale o del colletto
Su foglie, fiori e apici dei rami compaiono macchie feltrose bianche. I fiori non schiudono o avvizziscono. Frutti piccoli deformi rugginosi.
Oidio o Mal Bianco
Su foglie e fiori compaiono muffe grigio cenerognolo, che in seguito marciscono.
Muffa delle foglie e dei boccioli
Sulle foglie appaiono macchie nerastre o violacee confluenti. Le foglie colpite disseccano e cadono rapidamente spogliando in breve tutta la pianta. Sui frutti appaiono, a seconda della gravità del danno, da macchie scure secche a profonde fessurazioni su aree necrotizzate.
Ticchiolatura e maculazioni fogliari

Alcune Piante da frutto

PESCO
Il Pesco (Prunus persica) è una pianta arborea originaria della Cina ed è coltivata per ottenere i frutti.
Generalmente raggiunge delle altezze di 4-8 metri, la chioma è tondeggiante.
Le foglie sono lanceolate, con margini seghettati, di colore verde scuro e generalmente cadono nel periodo invernale. I fiori sono generalmente di colore rosa, sbocciano in primavera e daranno vita ai frutti tondeggianti (drupa).
Relativamente alla potatura su queste piante si consiglia di intervenire a fine inverno e comunque prima della ripresa vegetativa possibilmente in periodi in cui non si temono ritorni di gelo. Si consiglia di fare tagli per formare una chioma globosa (a vaso) che unisce il fattore funzionale di formare i frutti con quello ornamentale ed estetico. E’ da ricordare che la vegetazione tende a portarsi alla periferia della chioma, quindi è importante intervenire con frequenti tagli di “ritorno”. Non esiste comunque il pericolo che la pianta diventi improduttiva dato che produce sempre rami che daranno frutti.
Sui tagli di potatura si consiglia anche in questo caso di ricoprire le ferite con paste cicatrizzanti al fine di favorire una rapida cicatrizzazione e proteggere il taglio da veicolazioni accidentali di parassiti fungini.
ALBICOCCO
L’Albicocco (Prunus Armeniaca) è una pianta originaria della Cina, coltivata in Italia per ottenere frutti profumati e saporiti. La pianta raggiunge altezze anche di 5-7 metri, con chioma globosa, foglie verdi dalla forma ovale e fiori bianchi con contorno rosa. La fioritura avviene a Marzo, quindi esposta a danni da gelate tardive. I frutti sono delle drupe globose di colore giallo-arancio, che maturano da maggio a luglio in funzione della varietà. I primi frutti si ottengono dopo 3-4 anni dalla messa a dimora, mentre l’età massima che la pianta può raggiungere sono i 35-45 anni.
La potature è più leggera di quella del pesco e dipende dall’habitus di fruttificazione delle diverse cultivar. Indispensabile per ottenere una buona pezzatura dei frutti è il diradamento.
Riguardo la sua domanda sul periodo migliore per piantare albicocco e pesco, e premettendo che il trapianto è sempre uno stress per la pianta, il periodo adeguato per la messa a dimora degli alberi è quando questi sono in riposo vegetativo e per un trapianto meno traumatico è sempre consigliabile lasciare il pane di terra intorno alle radici.


Ulteriori informazioni su: Piante da frutto - L'esperto

Sfoltire e ringiovanire gli alberi da frutto

Sfoltire e ringiovanire gli alberi da frutto

I vostri alberi vi daranno più frutti e cresceranno meglio se li potate regolarmente. Il momento migliore per farlo è quando le gelate sono ormai lontane.

Luce e rinnovato vigore per i vostri alberi da frutto!

Un adeguato supporto di luce alla corona dell'albero è importante per un adeguato sviluppo delle radici, delle foglie e dei frutti. In questo caso è sufficiente una potatura di sfoltimento. Il raccolto di alberi adulti può invece essere incentivato da una potatura di ringiovanimento. Il sistema WOLF-Garten multi-star è per la cura degli alberi senza scala, con i suoi manici telescopici regolabili che permettono di lavorare fino ad un’altezza di 5.70m, elimina il bisogno di scale e grazie alla vasta gamma di attrezzi da innesto permette di tagliare, scuotere, raccogliere e svolgere tante altre operazioni restando saldamente appoggiati al terreno. Usando il balsamo cicatrizzante sulle ferite da taglio più importanti, aiuterete il vostro albero a guarire più velocemente, riducendo di conseguenza il rischio dell'ingresso di batteri.

Come sfoltire il vostro albero da frutto
La cima a punta e la base voluminosa, questa è la forma ideale dell'albero da frutto, che fa sì che tutti i suoi rami ricevano piena luce. Per ottenere questa forma trapezoidale occorre usare un troncarami dalle lame ben affilate per accorciare i rami che sono cresciuti troppo. Anche i rami che si sono sviluppati all'interno della corona dell'albero vanno tagliati, così come i rami deboli o quelli troppo sottili o infine quelli in competizione tra loro.

Come ringiovanire il vostro albero da frutto
Un taglio di ringiovanimento stimola la produzione di frutti del vostro albero. Per l’eliminazione dei polloni e dei succhioni, che assorbono linfa e sostanze nutritive senza dare fiori e frutti, indebolendo la vegetazione della chioma e lo sviluppo della pianta occorre, per i primi, scavare intorno alle radici e poi tagliarli nel punto d’innesto sul tronco o le radici. I succhioni, invece, vanno tagliati nel punto d’intersezione con il ramo principale.

Un buon mantenimento dopo il taglio
Se è vero che gli alberi da frutto traggono beneficio da queste operazioni di taglio, è anche vero che rappresentano un’intrusione profonda nel suo organismo. Solo con un taglio netto e preciso e con un seguente trattamento per la cicatrizzazione dei tagli farete davvero il bene del vostro albero. Usate solo attrezzi ben affilati, poichè agenti patogeni possono svilupparsi da tagli imprecisi. Potete rifinire i tagli anche in un secondo momento con un coltello e superfici di taglio più grandi di una moneta da 2€ vanno immediatamente aiutate con un balsamo cicatrizzante.

Curare l'albero

La fine della buona stagione, segna per gran parte delle piante e in particolar modo per gli alberi, il passaggio dal periodo di rigogliosa crescita vegetativa alla fase di riposo. Con l'incalzare dell'autunno, i processi che regolano la vita del regno vegetale rallentano progressivamente il loro ritmo fino quasi a fermarsi. Insieme alle piante riduce la loro attività anche la vasta schiera di parassiti, acari e funghi microscopici, i quali per proteggersi dall'inclemenza della stagione si annidano negli anfratti delle cortecce e tra le asperità dei rami.

L'assenza della copertura fogliare, tipica dell'autunno, può essere sfruttata vantaggiosamente per operare la pulizia delle branche e dei tronchi e per effettuare i trattamenti contro le numerose crittogame e i vari fitofagi (agenti della bolla e del cancro dei rami, cocciniglie, psille, afidi) che svernano sugli alberi.

La prima operazione da effettuare subito dopo la raccolta è la pulizia della parte inferiore del tronco (colletto). Innanzi tutto sarà necessario ripulirlo dalla vegetazione cresciuta a ridosso del tronco per un'area di almeno 10-15 cm. Quindi si controllerà la presenza di eventuali lesioni accidentali o di attacchi parassitari. Nel caso di tagli e scortecciature sarà opportuno rifilare i bordi delle ferite con un coltello molto tagliente e disinfettare le cicatrici con una soluzione concentrata di propoli (soluzione idro-alcolica al 10%) e di ossicloruro di rame (soluzione al 50%).

Come ulteriore precauzione, le lesioni più gravi si ricopriranno dopo qualche giorno con un mastice cicatrizzante. Durante la pulizia del colletto e del tronco, particolare attenzione deve essere posta all'individuazione dei fori di entrata del rodilegno rosso (Cossus cossus) e di quello giallo (Zeuzera pyrina) riconoscibili per la forma circolare e per la presenza di piccoli depositi di escrementi all'entrata delle gallerie. L'afide lanigero (Eriosoma lanigerum) invece può essere facilmente debellato con un'energica spazzolatura della corteccia.

tratto da http://www.lifegate.it/it/eco/people/alimentazione/calendario/prendersi_cura_degli_alberi_da_frutto.html